“Come noto la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha approvato nei giorni scorsi a maggioranza la relazione presentata dalla europarlamentare verdeMargrete Auken sulla proposta di modifica della direttiva Imballaggi e rifiuti di
imballaggio (94/62/CE) avanzata dalla medesima Commissione Europea con l’obiettivo di ridurre il consumo di sacchetti monouso in plastica all’interno dell’Unione.
La proposta lascia liberi gli Stati membri di introdurre misure per la riduzione dei sacchetti in plastica o bioplastica con spessore inferiore ai 50 micron, ivi comprese restrizioni alla loro vendita, in deroga all’articolo 18 della Direttiva imballaggi. La bozza votata dalla Commissione Ambiente fissa poi l’obiettivo da raggiungere nella riduzione del consumo di shopper in plastica definendo due step: il 50% entro tre anni dall’entrata in vigore della nuova Direttiva ,per arrivare poi all’80% entro cinque anni, prendendo come riferimento la media europea.
Per raggiungere questo target i Paesi membri dovrebbero, almeno per quanto riguarda i prodotti alimentari, evitare la distribuzione gratuita dei sacchetti di plastica alle casse, imponendone al contrario la vendita. I sacchetti biodegradabili compostabili saranno compresi nel target europeo di
riduzione.
Infine, la proposta esonera dalle misure i sacchetti che garantiscono l’igiene alimentare, come quelli per il confezionamento di carne o pesce, frutta e verdura. NON SONO INVECE STATI ESENTATI, come precedentemente accennato e
come qualche comunicato ha cercato di fare apparire nei giorni scorsi, I SACCHETTI BIODEGRADABILI COMPOSTABILI, anche se sono previsti incentivi nei Paesi che hanno avviato la raccolta dei rifiuti compostabili (tra i quali l’Italia), dove i bioshopper potranno essere venduti ad un prezzo ridotto fino al 50% per renderli competitivi con quelli in plastica tradizionale. Ciò, peraltro, senza chiarire quale sarà il meccanismo mediante il quale introdurre il cosidetto differenziale di prezzo.
Il documento passato in Commissione Ambiente sarà oggetto di delibera in aprile da parte del Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria. Qualora si arrivasse alla definitiva approvazione delle modifiche alla Direttiva 94/62/CE, anche l’Italia, come gli altri Stai membri, dovrà comunque adeguare la propria normativa in materia alle nuove disposizioni comunitarie.
Risulta pertanto evidente che:
1. La proposta è ancora suscettibile di modifiche da parte del Parlamento
Europeo
2. Prima di entrare in vigore e di essere pubblicata sulla GUCE essa dovrà superare contestualmente il vaglio del Consiglio Europeo, peraltro nelle more delle imminenti elezioni europee
3. Anche l’approvazione definitiva della modifica alla Direttiva nella forma uscita dalla Commissione Ambiente NON DETERMINEREBBE
L’AUTOMATICA OPERATIVITA’ del divieto di commercializzazione previsto in Italiadalla legge 28/2012 NE’ TANTOMENO L’ENTRATA IN VIGORE DELLE RELATIVESANZIONI, i in quanto la Legge Italiana è ampiamente difforme dalla proposta UE in oggetto. Al contrario, lo Stato Italiano dovrebbe adottare nei tempi previsti provvedimenti conformi al nuovo dispositivo e quindi necessariamente diversi da quanto contenuto nella legge specifica già incorsa nella procedura d’infrazione europea.
4. Nel caso venisse approvata la deroga all’articolo 18 della Direttiva Imballaggi, CONDIZIONE CHE NON RITENIAMO ACCETTABILE in quanto resta palesemente contraria ai principi di libera concorrenza e circolazione delle merci nel mercato unico europeo e alla quale ci opporremo ancora, il divieto della commercializzazione di sacchi sotto i 50 micron non potrebbe
essere selettivo ed applicarsi solo a determinate tipologie di imballaggi e non ad altre.Un divieto di commercializzazione dovrebbe cioè colpire tutte le tipologie di imballaggi sotto i 50 micron. Questo, naturalmente, se lo Stato italiano dovesse continuare testardamente ad insistere con divieti di
commercializzazione anziché prendere in considerazione altre misure incentivanti/disincentivanti all’utilizzo.
E’ perciò ASSOLUTAMENTE SCORRETTO E PROPAGANDISTICO affermare
che la proposta abbia ricalcato lo spirito della legge italiana in materia o che addirittura l’ abbia già resa pienamente operativa. Gli sviluppi della vicenda restano quindi ancora incerti ed imprevedibili.
fonte: ecodallecittà
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