Ci siamo imbattuti casualmente in una nota rivista di Gossip (“Di Più”).
“Puzzano, si bucano, non sono resistenti e non si degradano nei tempi indicati”
Le critiche nei confronti del tanto blasonato prodotto “ecologico” Materiale Bio continuano e questa volta è stato chiesto anche a volti più noti delle semplici casalinghe intervistate dai Tg.
Già, perchè a quanto pare la questione “asporto merci” e in particolar modo la spesa quotidiana sembra toccare profondamente ( e non lambire velatamente come qualcun’ altro pensava) il consumatore che si ritrova quotidianamente a dover acquistare in maniera ripetitiva (causa ad esempio una dimenticanza) una nuova sporta in cotone o a doversi arrendere all’ incubo di un sacchetto in materiale Bio che non nutre certo della fiducia vantata da anni dal classico sacchetto in plastica.
Un materiale che nonostante un disegno di legge ad HOC non è riuscito a conquistare la massa, causa le sue poco convincenti peculiarità.
La soluzione?
Un più efficiente servizio di riciclo e un’ etica cittadina migliore contribuirebbero a migliorare una situazione che naviga ormai verso il paradossale e che vede la situazione “plastica italiana” confinata in un paese dove un materiale scadente, inaccettato e antieconomico viene forzatamente venduto per chissà quale mistero politico-finanziario.
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